Troppo spesso si leggono e si sentono notizie di ciclisti investiti dalle auto mentre pedalano. Anche se, nella maggior parte dei casi, questi incidenti non dipendono da noi ciclisti ma dalla disattenzione, dalla fretta e -diciamolo- dalla mancanza di rispetto da parte di alcuni automobilisti, forse anche noi possiamo fare qualcosa e adottare dei comportamenti che ci possono aiutare a pedalare in maniera più sicura riducendo il rischio di incidenti. Ecco alcuni consigli che potrebbero esservi utili per godervi di più i vostri giri in bici su strada:

Essere più visibili aiuta. Via libera, quindi, ad abbigliamento giallo fluo o, comunque, di colori accesi (il nero è molto bello ma non è certo l’ideale dal punto di vista della visibilità, soprattutto se percorriamo gallerie o se pedaliamo quando c’è poca luce). Per quanto riguarda la sera e la mattina presto, sarebbe ancora meglio se gli indumenti presentassero inserti catarifrangenti, specie sulle parti in movimento (caviglie, piedi e gambe). L’uso di luci anteriori e, soprattutto, posteriori, inoltre, è d’obbligo se vogliamo che gli automobilisti ci vedano. L’ideale per la luce posteriore è che sia impostata in modalità lampeggiante (poiché salta più all’occhio degli automobilisti, spesso distratti) e, ancora meglio, che faccia parte di un sistema a radar che segnala l’arrivo dei veicoli (come il Garmin Varia RTL510, recensito qui). Le luci anteriori sono molto utili in caso di gallerie e di pedalate al crepuscolo o all’imbrunire, oppure in caso di nebbia o scarsa visibilità, anche per aiutare noi stessi a vedere meglio le condizioni del manto stradale e ad evitare eventuali ostacoli o buche.

Le curve cieche richiedono maggiore prudenza. Pur conoscendo a memoria una strada, non possiamo sapere cosa ci si presenterà dietro una curva cieca. Potrebbero esserci dei detriti sulla strada, come rami d’albero o sassi caduti a seguito del maltempo, oppure una nuova buca sul manto stradale o, ancora, una persona che attraversa la strada o un veicolo fermo. Quando si è in strada, bisogna affrontare le curve -specie quelle cieche- con prudenza, anticipando la frenata prima di entrare nella curva e mantenendo una traiettoria che sia un giusto compromesso tra lo stare a bordo strada e il non invadere la corsia opposta. La bici, infatti, è più stabile se non si frena durante la curva e si lasciano le leve dei freni poco prima di affrontarla: ricordate che, in quel momento, la nostra incolumità (se non addirittura la nostra vita) dipende da una superficie d’appoggio larga 25 mm, nella migliore delle ipotesi. Quanto alla traiettoria, rimanendo più a bordo strada c’è minore visibilità di ciò che ci aspetta dietro la curva e un maggiore rischio di presenza di detriti o di tombini, che potrebbero portare ad una foratura, a danneggiare la bici o, peggio, a farci perdere l’equilibrio e a farci cadere in strada; per contro, se si tende a percorrere la curva rimanendo in mezzo alla strada, si rischia di fare un frontale con le auto che procedono in direzione opposta, specie quando queste sono in procinto di superare un mezzo più lento come un altro ciclista (quante volte ci capita di assistere a scene simili!). Ad ogni modo, la scelta migliore è sempre quella di ridurre la velocità: magari non prenderemo il KOM/QOM su Strava in quel segmento, ma almeno avremo più garanzie di poter pedalare ancora…

Anche noi ciclisti dobbiamo essere più rispettosi. Non possiamo pretendere rispetto dagli automobilisti se siamo i primi a non seguire le norme del Codice della Strada o a comportarci come se fossimo gli unici padroni delle vie che percorriamo. È bene rispettare sempre i semafori rossi e rimanere in coda alle auto se non ci sono lo spazio e la visibilità sufficienti per superarle. È altrettanto importante rispettare sempre le precedenze in caso di rotonde e incroci, senza adottare traiettorie a zig-zag. Non è un buon comportamento quello di pedalare affiancati: quando si è in pochi, è molto meglio stare in fila indiana. Se, invece, state pedalando in un gruppo numeroso di ciclisti, è preferibile affiancarsi a 2 a 2 per ridurre lo spazio necessario agli automobilisti per superare; personalmente, però, sconsigliamo gruppi troppo numerosi perché questo aumenta inevitabilmente il rischio di incidenti. Se si pedala in più persone, è bene non procedere eccessivamente vicini al compagno davanti, in modo da evitare l’urto tra le ruote delle due biciclette e, quindi, una rovinosa caduta per entrambi (ricordiamo che non siamo ciclisti professionisti!). Quando sopraggiunge un veicolo da dietro, è bene spostarsi più a lato per favorirne il passaggio: l’automobilista non avrà, quindi, necessità di suonare il clacson per potervi superare. Se, invece, state pedalando su strade molto strette, nel caso in cui non possiate favorire il sorpasso da parte di un veicolo, conviene non rimanere vicino al bordo della strada in modo da evitare che l’automobilista tenti di superarvi: questo è l’unico caso in cui è bene pedalare in mezzo alla strada.

Le frenate di emergenza mettono in evidenza i limiti tecnici di una bici ed eventuali lacune nella guida. Di seguito qualche consiglio su come frenare in maniera efficiente e sicura, importantissimo specialmente in caso di frenate di emergenza:

  • Controllare sempre l’usura del battistrada dei copertoncini, dei pattini (in caso di freni a pattino) o delle pastiglie (in caso di freni a disco): più tali componenti sono usurati, meno efficiente è la frenata;
  • Regolare i freni affinché la frenata sia pronta e modulabile;
  • Non temere di usare entrambi i freni per rallentare ma attenzione a modulare la frenata;
  • Non mantenere azionate le leve freno per lungo tempo. In una discesa lunga, meglio effettuare più frenate, brevi e decise, piuttosto che mantenere i freni sempre tirati;
  • Non bloccare le ruote. A tal proposito, bisogna dire che i freni a disco consentono di modulare meglio la frenata e di ridurre il rischio di bloccaggio dei freni rispetto ai classici freni a pattino;
  • Gestire il peso per caricare entrambe le ruote;
  • Essere sempre sicuri di ciò che si sta facendo, imparare a leggere le situazioni e far tesoro delle esperienze;
  • Per imparare a guidare meglio e con più sicurezza su strada, la mountain bike è un’ottima maestra.

Può essere utile anche testare regolarmente la frenata di emergenza, in modo da saper gestire le situazioni di emergenza più facilmente: con la vostra bici, provate ad effettuare alcune simulazioni di frenata in un luogo sicuro (ad esempio un ampio parcheggio vuoto), a velocità progressivamente maggiori e con frenate sempre più decise. Potrete percepire come sia molto più facile che si blocchi la ruota posteriore piuttosto che quella anteriore. Testate anche la differenza tra una frenata effettuata rimanendo seduti in sella e una frenata eseguita rimanendo leggermente sollevati dal sellino, che permetterà di scaricare il peso sui pedali ed essere così molto più reattivi.

Dubitare sempre dello stato di attenzione dei guidatori: ci sono troppe distrazioni al volante. Smartphone e altri dispositivi elettronici, fretta, nervosismo, stanchezza o mente distratta sono solo alcuni dei fattori alla base degli incidenti tra auto e bici. Per ridurre il rischio, noi ciclisti possiamo cercare di scegliere le strade meno frequentate e in orari che garantiscono meno traffico. Dobbiamo sempre ricordare, però, che, sebbene adottiamo comportamenti corretti e prudenziali, in bici siamo sempre e comunque l’elemento più fragile, nonostante la legge del metro e mezzo (distanza di sicurezza per il sorpasso dei ciclisti definita nel nuovo testo base del codice della strada): «All’articolo 149, comma 1, sono aggiunti, in fine, i seguenti periodi: Durante la marcia i veicoli […]. Fuori dai centri urbani, purché occorrano le condizioni di sicurezza e le condizioni della circolazione lo consentano, il sorpasso dei velocipedi deve essere svolto lasciando una distanza laterale di almeno 1,5 metri». La sensazione di libertà in bici su strada è, quindi, sempre limitata e condizionata dagli altri.

Il casco è obbligatorio se si tiene alla propria vita, a prescindere da regole e leggi. Anche in salita, il casco può risultare utile: se si cade anche solo a 10 km/h e si batte la testa, si rischiano gravi conseguenze. Dunque, anche se stiamo pedalando in estate su una salita esposta al sole e siamo tentati di togliere il casco per via del caldo, è meglio sudare un po’ di più ma essere più protetti in caso di incidente.

La corretta manutenzione della bici è d’obbligo. Prima di tutto, è bene mantenere sempre una corretta pressione di gonfiaggio delle gomme, dato che, quando sono sgonfie, si rischia maggiormente di pizzicare la camera d’aria e quindi di forare. Inoltre, controllate che i freni – a disco o a pattino- siano sempre in ordine, con i cerchi puliti e le pastiglie o i pattini non eccessivamente consumati. Se uscite d’inverno o con strade bagnate, è bene montare copertoncini di sezione maggiore rispetto a quella usuale e mantenere una pressione di gonfiaggio minore (solo in questo caso). Controllate il corretto serraggio di tutti i bulloni, in particolare quelli della serie sterzo e dell’attacco manubrio.

La sicurezza in bici da corsa
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