Partenza: Malga Fabrezza 1424 m

Difficoltà: OSA, 3.1/ AD- / S4

Altitudine minima e massima: 1424m / 3554 m

Dislivello: 2130 m

Sviluppo: 25 km

Orario indicativo: 7-8 ore

Esposizione (salita e discesa): Ovest

Periodo suggerito: Marzo / Aprile. E’ opportuno effettuare questo itinerario solo quando le grandi valanghe che si staccano nella parte bassa della Valsaviore per giungere alla Malga Fabrezza sono già scese.

Malga Fabrezza (1424 m) è raggiungibile dall’abitato di Saviore dell’Adamello in circa quattro chilometri di strada asfaltata. Durante il periodo invernale la strada non è tenuta pulita e solitamente grandi valanghe si staccano dai ripidi pendii sovrastanti. E’ possibile raggiungere Malga Fabrezza in auto solo a stagione avanzata quando la strada viene liberata dai resti di valanga.

Da Malga Fabrezza si imbocca la larga strada sterrata che conduce fino al Lago di Salarno (2070 m). Anche questo primo tratto è soggetto a grandi valanghe e spesso capita di dover togliere gli sci per superare gli accumuli di valanga. Raggiunto il Lago di Salarno, lo si costeggia sulla sponda di sinistra giungendo al lago di Dossaccio e al successivo Rifugio Paolo Prudenzini (2235 m). Qui è possibile pernottare per spezzare la gita in due giorni. Il rifugio è chiuso durante la stagione invernale/primaverile, ma dispone di un locale invernale sempre aperto dotato solo di 6 posti letto con coperte, un tavolo con panca e un camino senza legna. Attrezzarsi quindi autonomamente se si desidera pernottare qui.

Dal rifugio si prosegue seguendo il fondovalle incontrando poco dopo i ruderi del vecchio rifugio. Qui si apre sulla sinistra un ampio vallone posto alla base della rocciosa parete Sud del Cornetto di Salarno. Prestare attenzione a questo tratto soprattutto al ritorno poiché durante le ore più calde possono staccarsi valanghe dai pendii soprastanti. Con un andamento sinuoso, il vallone gira quindi verso destra portandoci proprio sotto la Vedretta di Salarno. Questa va risalita integralmente seguendo il canale di destra posto tra il ghiacciaio e la parate rocciosa. La pendenza di questo tratto, che permette di superare un dislivello di 350 m, è sui 35° con alcuni tratti più ripidi. Spesso è necessario affrontarlo con l’ausilio dei rampanti o, in caso di neve particolarmente dura, con i ramponi ai piedi e sci nello zaino.

Giunti alla sommità della Vedretta la pendenza si addolcisce fino a che possiamo mettere piede sull’immenso Pian di Neve. Ora alla nostra destra appare il Cornetto di Salarno (3213 m), che è possibile salire a piedi per la sua ripida parete Nord (50°), mentre a sinistra ci appare il Corno Miller (3372 m), anch’esso raggiungibile dal lato Nord (solitamente a piedi gli ultimi metri). Ora con un semicerchio in senso orario ci si porta verso la vetta dell’Adamello transitando sotto il Corno Miller e poi arrivando nei pressi del Passo dell’Adamello (3250 m) da cui arriva un altro grandioso itinerario di salita all’Adamello. Proseguendo nel semicerchio si passa sotto la Cima del Laghetto (3364 m) e poi si imbocca la cresta SW della nostra meta. In buone condizioni è possibile percorrere l’ampia cresta interamente sci ai piedi fino in cima all’Adamello.

Discesa per la via di salita. E’ opportuno affrontare la discesa dalla Vedretta di Salarno quando il sole ha scaldato un po’ il pendio, ma ad ora non troppo tarda per evitare possibili scariche di neve dai pendii soprastanti la parte finale del vallone che conduce al Rifugio Prudenzini. E’ anche possibile scendere dalla vetta dell’Adamello tramite un ripido canale che si imbocca poco dopo aver ripercorso all’indietro i primi metri della cresta di salita e che porta direttamente sul Pian di Neve (pendenza sostenuta sui 45°).

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Monte Adamello (3554 m) per la Vedretta di Salarno – 26/04/2010
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