Uno dei nostri primi giri dopo la fine del lockdown, durante una splendida giornata di sole primaverile, è stato questo bell’anello che si estende tra le province di Bergamo e di Lecco.

Partendo da Lomagna (LC), ci si dirige verso la sponda bergamasca del fiume Adda, attraversando il Ponte San Michele (di recente riapertura al traffico) che collega Paderno D’Adda (LC) con Calusco D’Adda (BG). Da Calusco si prosegue per i paesi di Carvico, Mapello, Ambivere e la zona industriale di Barzana, da cui si imbocca la SP175 in direzione Valle Imagna. Arrivati al paese di Almenno San Salvatore, si devia a destra per raggiungere il comune di Ubiale Clanezzo, superato il quale si gira a sinistra per imboccare la Val Brembilla (SP24). La salita è blanda e molto piacevole, il traffico è praticamente assente una volta superato il paese di Brembilla in direzione Gerosa e la strada, con qualche morbido tornante, si inoltra in un verde bosco di latifoglie. Dopo circa 13.5 km dall’imbocco della Val Brembilla, si arriva alla frazione Gerosa, dove si gira a destra e si continua a salire blandamente fino alla Forcella di Bura (887 m). Da qui la strada scende, transitando dal paese di Peghera, per poi riprendere a risalire nei pressi della frazione Lavina. Poco dopo ci troviamo di fronte ad un bivio: prendiamo la stradina che sale decisa sulla sinistra, in direzione Vedeseta/Avolasio/Culmine di San Pietro, e che si immette poi sulla SP25 (la strada della Val Taleggio). Appena superato il paese di Vedeseta, inizia il tratto più duro per salire alla Culmine: 2.5 km con pendenza media attorno al 9-10% fino al paese di Avolasio, dove finalmente si può rifiatare grazie ad una blanda discesa di 2 km. Presso il torrente Bordesigli, si passa dalla provincia di Bergamo a quella di Lecco e la strada ricomincia a salire con uno strappo iniziale di circa 1 km (caratterizzato da un fondo stradale in condizioni mediocri), per poi addolcirsi sempre di più negli ultimi 3.5 km, dove si giunge al Passo Culmine di San Pietro (1258 m). Da qui si scende, ammirando il panorama della Valsassina e lasciandosi alle spalle il Monte Resegone: la strada non è molto larga e spesso presenta detriti rocciosi, quindi è bene prestare attenzione durante la discesa. Si raggiunge il paese di Moggio e, superati Cremeno e Maggio, si giunge sul colle di Balisio raccordandosi alla SP62 in direzione Ballabio/Lecco.

Se, arrivati a questo punto, non siete ancora troppo stanchi e la giornata è piacevole come quella che abbiamo trovato noi, potete imitarci e girare a sinistra per Morterone una volta giunti a Ballabio. È una salita blanda (5-6% di pendenza), tortuosa e molto panoramica, con vista sui Laghi della Brianza (Garlate, Annone, Pusiano): se percorsa fino alla fine del paese di Morterone, è lunga 15.5 km e percorre 577 m di dislivello (si parte da 638 m e si arriva a 1038 m). Noi ci siamo fermati alla Forcella di Olino (1144 m), dopo circa 12 km dall’imbocco della strada per Morterone: qui si trova il cartello che segnala l’arrivo nell’omonimo paese, subito dopo una breve galleria (la seconda da Ballabio – attenzione: le gallerie sono buie ed è bene avere con sé una luce anteriore carica). Ritornando verso Ballabio, è bene prestare attenzione e scendere con cautela, in quanto la strada è perennemente invasa da detriti rocciosi e si rischia di forare.

Arrivati a Ballabio si scende rapidamente a Lecco passando dal paese di Laorca: si attraversa il fiume Adda grazie al Ponte Azzone Visconti e si giunge a Pescate, da cui si abbandona la SP72 per salire a Galbiate. Da Galbiate si segue per Colle Brianza (stringendo i denti, essendo l’ultima salita del giro), da cui si scende a Santa Maria Hoè e si rientra a Lomagna passando da Olgiate Molgora, Pagnano, Cernusco Lombardone e Osnago.

Distanza totale: 145 km

Dislivello totale: 2650 m

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Culmine di San Pietro e Morterone – 09/05/2020
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