Questa relazione risale al periodo COVID-19 quando gli impianti di risalita erano chiusi

Tappe: PASSO PRESENA – RIFUGIO LOBBIA – MONTE ADAMELLO – PASSO VENEZIA – PISGANA

Località partenza: Passo Tonale parcheggio impianti (1863 m) – in alternativa, con funivia Paradiso aperta, si parte da Passo Presena (2997 m)

Quota massima: Monte Adamello (3554 m)

Giorni: 2

Difficoltà: D BSA

Dislivello salita: 1740 m il primo giorno, 1250 m il secondo giorno (considerando anche la risalita da Ponte di Legno al Tonale per la pista Pegrà, altrimenti 715 m)

Sviluppo: 14.5 km il primo giorno, 30.5 km il secondo giorno (considerando anche la risalita da Ponte di Legno al Tonale per la pista Pegrà, altrimenti 27 km)

Tempo: 6-7 ore il primo giorno, 7-8 ore il secondo giorno

Periodo consigliato: Marzo – maggio

Esposizione: Nord (salita fino a Passo Presena); Sud (1^discesa fino al Rifugio Mandrone); Nord (salita fino al Rifugio Lobbia); Sud, Sud-Est, Sud-Ovest (salita al Monte Adamello); Nord, Nord-Est ed Est (salita al Passo Venezia); Nord, Nord-Ovest (discesa del Pisgana).

Attrezzatura: Normale da scialpinismo (arva, pala, sonda), utili i rampanti, e attrezzatura da ghiacciaio (ramponi, piccozza, corda, imbrago e materiale per autosoccorso).

Copertura cellulare: Ricezione discreta sul versante del Tonale fino al Passo Presena, poi segnale assente finché non si scende buona parte della Val Sozzine.

 

Percorso classico del Gruppo dell’Adamello. Quando gli impianti del Tonale sono aperti, l’itinerario inizia in discesa dal Passo Presena; in alternativa, come nel nostro caso, si effettua la salita con le pelli di foca dal Tonale fino al Passo Presena, consigliabile dal Cantiere (VEDI ITINERARIO). Il lungo tratto percorso sul Pian di Neve viene ben ripagato dai panorami splendidi e dalla lunghissima ed esilarante discesa del Pisgana che da 3000 metri precipita fino a poco più dei 1200 m di Ponte di Legno. Prima di effettuare la discesa, il passaggio alla cima dell’Adamello è quasi d’obbligo, considerato l’ambiente in cui si svolge l’itinerario e la rinomanza della vetta. È consigliabile spezzare l’itinerario in due giorni, pernottando al Rifugio Lobbia Alta – Ai Caduti dell’Adamello 3050 m, dove troverete un gestore (Romano) molto gentile e in gamba.

Si giunge al Passo Presena (2997 m), subito adiacente all’arrivo degli impianti del Ghiacciaio Presena. Si scende, poi, a destra in direzione Sud-Ovest raggiungendo il Lago Scuro (2668 m). Subito dopo il Lago Scuro, si supera una sorta di gola e si prosegue diritto in discesa in un avvallamento che permette di giungere direttamente al Lago Mandron (2403 m). Dal Lago si indossano le pelli e si prosegue in direzione Sud-Ovest per risalire il pendio che sale piuttosto dolcemente. Nella salita (quasi sempre tracciata) si rimane ai piedi dei versanti orientali del Corno di Bedole e del Monte Mandron (visibili a destra). Dopo un paio di pendii più ripidi, si raggiunge il Ghiacciaio dell’Adamello da dove si prosegue in diagonale verso sinistra lungo un tratto in lieve salita (direzione Sud, Sud-Est) per portarsi sul fianco sinistro del ghiacciaio (faccia a monte; a destra zona crepacciata). Al termine del tratto in lieve ascesa il terreno risale, comunque in modo uniforme e mai su terreno ripido. Raggiunta quota 2800 m, si prosegue dritti verso il Passo della Lobbia Alta, dove si trova l’omonimo Rifugio, luogo del pernottamento e meta finale del primo giorno.

Il secondo giorno si parte dal Rifugio Lobbia Alta senza pelli in discesa seguendo inizialmente le tracce di salita del primo giorno, per poi prendere una traccia più a sinistra che traversa sotto il versante di Cresta Croce. Valutare le condizioni in quanto pericoloso se molto carico di neve; in questo caso, ripercorrere la via di salita del primo giorno fino alla base dell’ultimo ripido pendio. Si sale piegando leggermente a destra (direzione Sud-Ovest) verso l’ampio ed impercettibile Passo Adamè (3128 m). Si raggiungono i pressi del Passo Adamè (lasciandoselo a sinistra) risalendo gli ampi pendii del Pian di Neve e si continua in direzione Ovest puntando dritti al visibile Monte Adamello (forma di triangolo). Si punta ad Ovest verso il Bivacco Ugolini senza raggiungerlo. Poco prima del bivacco, sulla sua destra, bisogna piegare in diagonale a destra per puntare ai piedi dell’evidente pendio che permette l’accesso alla dorsale Sud-Ovest dell’Adamello. Raggiunta la base di questo pendio lo si risale (spesso sono indispensabili i rampanti) e si piega decisamente a destra una volta giunti alla cresta. Si risale poi fino alla cima senza percorso obbligato. Questo è il tratto più tecnico della gita: il terreno è abbastanza ripido nel tratto iniziale, è quindi necessario prestare attenzione. Talvolta nel tratto centrale, se l’innevamento non è abbondante, bisogna togliere gli sci e proseguire a piedi fin poco sotto la vetta (facile). Per scendere dalla vetta dell’Adamello, si ripercorre lo stesso itinerario dell’andata. Ritornati sotto le fasce rocciose che scendono dal Corno Bianco, si abbandona la traccia di salita traversando verso sinistra proprio al di sotto del Corno Bianco. Si prosegue ora in direzione Ovest attraversando il Ghiacciaio dell’Adamello in direzione dell’avvallamento del Passo Venezia. La salita lungo la Vedretta del Mandron può essere fatta in due modi: o passando a destra dell’elevazione rocciosa nel suo centro e successivamente sotto il passo Venezia per poter risalire il pendio finale oppure passando a sinistra dell’elevazione rocciosa (tragitto più lungo e soluzione da noi percorsa) e sotto le propaggini Sud-Est di Punta del Venerocolo. Da qualsiasi parte si decida di salire lungo la Vedretta del Mandron, l’accesso al Passo Venezia avviene risalendo il ripido pendio a sinistra del passo (spesso necessari rampanti), arrivando circa 30 m di dislivello più alti del passo stesso.

Dal Passo Venezia inizia la grande discesa del Pisgana. Si scende in direzione Nord e ci si immette nel Ghiacciaio di Pisgana Ovest. Si scende sempre in direzione Nord senza percorso obbligato fino a raggiungere la sottostante valle che scende in direzione Nord-Est. Si giunge alla fronte del Ghiacciaio e si percorre un lungo traverso al di sopra del Lago Pisgana. Attenzione a eventuali sassi che possono staccarsi dai pendii sassosi sulla sinistra. Si prosegue sempre in direzione Nord-Est fino a trovarsi sopra un ripido tratto che si discende imboccando un ripido canale che deposita nel pianoro sottostante. Si percorre il pianoro per intero, al termine del quale si svolta leggermente verso sinistra su pendenze ancora contenute passando sotto la Costiera della Punta di Castellaccio alla nostra destra. Attenzione a eventuali valanghe che possono staccarsi dai pendii sovrastanti. Dopo un ultimo bel pendio, si imbocca il sentiero che con numerosi tornanti porta in fondo valle. Si prosegue in direzione Nord in discesa lungo il solco della Val Sozzine fino ad incontrare una mulattiera (sulla destra orografica del rio). Si intercetta, così, la pista da sci Pegrà, che si ripercorre in salita per tornare al Passo del Tonale. In alternativa, ci si può organizzare con altri mezzi per risalire da Ponte di Legno al Tonale.

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Un Adamello di emozioni
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