Un giro impegnativo sia in termini di chilometri che, soprattutto, di dislivello, percorso su salite dalle ripide pendenze.

Si parte con la famosa e temuta salita fino al Passo Valcava (1340 m): già da Caprino Bergamasco (che noi abbiamo raggiunto passando da Calusco D’Adda, Carvico, Villa D’Adda e Odiago) vi è qualche strappo al 10%, poi da Torre de’ Busi si imbocca il vero inizio della salita per Valcava e, per circa metà percorso, le pendenze si mantengono quasi piacevoli intorno al 6-7%. Gli ultimi 4 chilometri, invece, si cambia completamente registro, iniziando con un muro al 18% lungo qualche centinaio di metri e continuando poi per i successivi chilometri con pendenze che non scendono quasi mai sotto il 10%. Se avete intenzione di seguire tutto l’itinerario da noi proposto, vi consigliamo di non esaurire tutte le vostre energie su questa salita dura!

Giunti in cima al Passo Valcava, si imbocca la discesa fino a Costa Imagna, da cui si svolta a sinistra imboccando una lunga discesa di 10 km che passa dal paesino di Valsecca e termina a Sant’Omobono Terme (427 m). È bene prestare attenzione a questo tratto di discesa, in quanto, alla data della nostra ripetizione, le condizioni dell’asfalto erano insidiose in parecchi punti, con buche e ghiaia. Giunti a Sant’Omobono Terme, si lascia ben presto la strada principale del fondo valle (ci troviamo in Valle Imagna) per imboccare la salita che porta a Berbenno (675 m) passando dal paese di Selino. Questa salita è decisamente più agevole, presenta solo qualche strappetto ma ci sono ampi tratti in cui si può respirare e, addirittura, alcuni falsopiani. Da Berbenno si scende in Val Brembilla passando dal paese di Laxolo e arrivando al paese di Brembilla (425 m). Da qui si svolta a sinistra e, rimanendo sempre sulla strada principale (SP24), si sale con piacevoli pendenze mai oltre il 5% fino a raggiungere l’abitato di Gerosa (760 m). Da qui si continua a salire blandamente fino alla Forcella di Bura (887 m). Ora la strada scende, transitando dal paese di Peghera, per poi riprendere a risalire nei pressi della frazione Lavina. Poco dopo ci troviamo di fronte ad un bivio: prendiamo la stradina che sale decisa sulla sinistra, in direzione Vedeseta/Avolasio/Culmine di San Pietro, e che si immette poi sulla SP25 (la strada della Val Taleggio). Appena superato il paese di Vedeseta, inizia il tratto più duro per salire alla Culmine: 2.5 km con pendenza media attorno al 9-10% fino al paese di Avolasio, dove finalmente si può rifiatare grazie ad una blanda discesa di 2 km. Presso il torrente Bordesigli, si passa dalla provincia di Bergamo a quella di Lecco e la strada ricomincia a salire con uno strappo iniziale di circa 1 km (caratterizzato da un fondo stradale in condizioni mediocri), per poi addolcirsi sempre di più negli ultimi 3.5 km, dove si giunge al Passo Culmine di San Pietro (1258 m). Da qui si scende, ammirando il panorama della Valsassina e lasciandosi alle spalle il Monte Resegone: la strada non è molto larga e spesso presenta detriti rocciosi, quindi è bene prestare attenzione durante la discesa. Si raggiunge il paese di Moggio e, superati Cremeno e Maggio, si giunge sul colle di Balisio raccordandosi alla SP62 in direzione Ballabio/Lecco.

Arrivati a Ballabio (661 m) si scende rapidamente a Lecco (214 m) passando dal paese di Laorca: si attraversa il fiume Adda grazie al Ponte Azzone Visconti e si giunge a Pescate, da cui si abbandona la SP72 per salire a Galbiate (371). Da Galbiate si segue per Colle Brianza (559 m, ultima salita del giro), da cui si scende a Santa Maria Hoè e si rientra a Lomagna passando da Olgiate Molgora, Pagnano, Cernusco Lombardone e Osnago.

Distanza totale: 147 km

Dislivello totale: 3220 m

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Tra valli bergamasche e lecchesi: Passo Valcava, Berbenno e Culmine di San Pietro – 18/05/2020
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