Lo yoga, una pratica nata molte migliaia di anni fa, può offrire molti benefici ai ciclisti, sebbene queste due attività possano sembrare lontane tra loro: il ciclismo contempla un movimento ritmico e definito del corpo su lunghe distanze, lo yoga una serie di posizioni collegate dal respiro. In particolare, lo yoga è un tipo di esercizio per il corpo e la mente che conferisce maggiore forza aerobica, flessibilità e concentrazione. Alcuni dei ciclisti di più alto livello utilizzano lo yoga come parte di un programma di allenamento efficace, come il vincitore del Tour de France 2012 Bradley Wiggins. Tra le ragioni che spingono gli atleti ad inserire lo yoga nella loro routine di allenamento vi sono il miglioramento della propria prestazione durante le competizioni e la riduzione del rischio di infortuni.

Nonostante le oggettive differenze tra ciclismo e yoga, non bisogna dimenticare che una qualsiasi attività protratta nel tempo compiuta dal corpo può creare tensioni e accorciamenti ai muscoli, producendo, così, dolore. Variare l’attività, ad esempio inserendo lo yoga, sarà quindi fondamentale per ridurre i dolori da sovraccarico, compensare le catene muscolari e renderle pronte ad affrontare nuove sfide sui pedali.

Lo yoga prevede molte varietà e stili; tutti possono essere utili ma i più applicabili ai ciclisti sono quegli stili che si concentrano su movimenti continui. Stili come l’Ashtanga, il Power e il Kundalini prevedono un flusso costante, lavorano attraverso una vasta gamma di movimenti e permettono di costruire una grande resistenza muscolare.

Lo yoga si differenzia da un semplice lavoro di stretching e potenziamento perché richiede concentrazione e presenza mentale. Questa è fondamentale per avere risultati, la consapevolezza è la chiave per un buon lavoro sul corpo e per capirne le problematiche. Inoltre, il mantenimento delle asana (posture del corpo), talvolta non sempre confortevoli, allena la resistenza mentale nella gestione dello sforzo e della fatica.

I ciclisti dovranno concentrarsi sulla forza delle gambe, che rappresenta l’obiettivo di molte posizioni di yoga, ma dovranno anche focalizzarsi sulla flessibilità e sulla forza della zona lombare della schiena.

I ciclisti passano la maggior parte del tempo piegati sul manubrio, che porta ad avere i flessori dell’anca contratti. Molte posizioni yoga sono mirate ai flessori dell’anca e alla zona lombare, aiutando così a gestire meglio la forza muscolare e ad evitare infortuni. Altri muscoli che sono spesso messi a dura prova durante le lunghe pedalate -e che diventano, così, rigidi e accorciati- sono la catena muscolare degli arti inferiori (flessori del ginocchio, muscoli gastrocnemi) e, per quanto riguarda il collo, gli estensori e I trapezi nella loro parte più alta. Lo yoga può aiutare nel distendere attivamente questi muscoli e ripristinare la corretta cinematica delle catene muscolari del corpo.  Lo yoga aiuta anche a mantenersi concentrati su un respiro profondo e costante, forzando a lavorare in maniera aerobica: si imparerà, così, a controllare al meglio il respiro nella sua componente diaframmatica e migliorarne, quindi, il lavoro di espansione toraco-addominale e la capacità polmonare. L’allenamento aerobico dei muscoli e l’apprendimento del controllo del respiro rappresentano due aspetti molto importanti dell’allenamento e delle gare per qualsiasi atleta di endurance; un ciclo di yoga può, quindi, migliorare il rendimento dello sportivo ma anche aiutare nella fase di recupero post-gara.

Come per ogni pratica che riguarda il corpo umano, anche per lo yoga è fondamentale eseguire correttamente le varie posizioni. Il nostro consiglio è quello di “andarci piano” se non si ha la possibilità di essere direttamente seguiti da un insegnante di yoga, di non esagerare nel tentative di allungare i muscoli e di non perseverare se si avverte dolore.

Lo yoga per i ciclisti
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