Le corone ovali non sono una novità nel panorama ciclistico, se ne parla infatti già dagli anni ’80 quando Shimano lanciò le Biospace. Queste corone erano progettate in modo che nel punto di massima spinta (pedivelle parallele al terreno) si avesse il diametro minore mentre nei punti morti inferiore e superiore il diametro maggiore. Shimano giustificò tale scelta dall’analisi della pedalata. I tecnici giapponesi compresero per primi che durante la dinamica della pedalata vengono coinvolti gruppi muscolari differenti in funzione della posizione della pedivella.  La geometria di queste prime corone ovali fu però completamente errata dal punto di vista funzionale. Infatti successivi studi dimostrarono che agevolare i punti dove la pedivella è parallela al terreno non ha senso poiché in questa posizione si ha l’attivazione dei gruppi muscolari più grandi e forti del nostro corpo che non vengono quindi sfruttati al meglio delle loro potenzialità. Al contrario, diminuendo poi il rapporto di forza/braccio resistenza, la geometria delle Biospace penalizza i punti morti inferiore e superiore dove si ha una transizione tra i distretti muscolari coinvolti, in questi punti infatti vengono coinvolti gruppi muscolari meno grandi e meno forti rispetto a quelli utilizzati precedentemente.

E’ bene quindi analizzare la dinamica della pedalata per comprendere meglio l’efficacia delle corone ovali. La pedalata si può suddividere in quattro fasi:

  1. Fase di spinta: pedivella in posizione orizzontale, si ha la maggior propulsione grazie all’attivazione dei muscoli retto addominale e dei vasti.
  2. Fase di transizione inferiore: pedivella in posizione verticale con pedale verso il basso. E’ il punto morto inferiore e rappresenta una fase sfavorevole ai fini della propulsione in quanto si ha una transizione tra i gruppi muscolari coinvolti.
  3. Fase di trazione: pedivella in posizione orizzontale con pedale verso la ruota posteriore. La forza di propulsione è generata dall’attivazione dei muscoli bicipite femorale, semimembranoso e semitendinoso.
  4. Fase di transizione superiore: pedivella in posizione verticale con pedale verso l’alto. E’ il punto morto superiore e rappresenta l’altro punto sfavorevole della pedalata per la stessa ragione già indicata per il punto morto inferiore.

Risulta quindi evidente che il nostro corpo non è in grado di esprimere una potenza costante durante tutto l’arco della pedalata a causa della presenza dei punti morti inferiore e superiore. Le corone ovali sono progettate per ottimizzare la pedalata in modo che la potenza impressa sui pedali sia il più costante possibile durante l’intera rotazione della pedivella. Ciò è ottenuto grazie alla loro geometria ovale che fornisce una migliore transizione durante il passaggio dai due punti morti. Rispetto alla prima corona ovale di Shimano, quelle attuali sono costruite in modo che il raggio maggiore sia perpendicolare alla pedivella. Il passaggio nei punti morti avviene quindi in maniera dolce e la transizione tra i gruppi muscolari coinvolti è meno secca. Ecco quindi che con le corone ovali si riesce ad aumentare la frequenza di pedalata arrivando prima al punto dove le nostre gambe spingono con maggiore efficacia. Inoltre, è generalmente possibile utilizzare corone ovali che hanno un numero di denti maggiore rispetto a quelli della classica corona rotonda, poiché lo sforzo necessario per pedalare con corone ovali è ottimizzato.  

Esistono sul mercato diversi tipi di di corone ovali con rapporti di ovalizzazione differenti. Si va da quello più classico pari ad 1.29 fino a rapporti ben più estremi tipici di costruttori come OSymetric e Rotor. Secondo uno studio statunitense, l’utilizzo di una corona ovale con rapporto di ovalizzazione pari a 1.29 genera un incremento di potenza pari al 2.9%. Da questo ultimo dato è evidente che il guadagno è molto limitato, pertanto l’utilizzo di corone ovali è indicato per atleti di alto livello che hanno già portato ai massimi livelli le loro prestazioni. Un ulteriore vantaggio riguarda il miglioramento del tracking frontale del ginocchio.  Guardando il ginocchio dal davanti durante la pedalata, la condizione ottimale si ha quando esso descrive una traiettoria con movimento rettilineo e verticale senza spostamenti in direzione orizzontale (valgismo dinamico). L’utilizzo di corone ovali consente un miglior allineamento anca-ginocchio-caviglia, andando quindi a diminuire la probabilità di patologie da sovraccarico di questa articolazione. Attenzione, però, ad utilizzare le corone ovali se non si è già ben allenati: è consigliabile il loro utilizzo solo per chi pedala in modo continuativo da anni, poiché è necessario rieducare la muscolatura che deve essere già predisposta a questo tipo di sforzo, da affrontarsi comunque in maniera graduale.

E’ bene però tenere presenti alcuni svantaggi. Il primo è relativo al funzionamento del deragliatore anteriore. La sua regolazione infatti diventa difficile nel caso di corone ovali. Infatti la gabbia del deragliatore deve stare ad una distanza fissa dal vertice dei denti (3mm); nel caso di corone ovali tale distanza risulta variabile, quindi per non avere problemi è meglio utilizzare corone ovali su trasmissioni monocorona. L’altro svantaggio è relativo alla ritenzione della catena. Con il termine ritenzione si indica la presa che la catena ha sui denti della corona. Utilizzando una corona ovale è più probabile che la forza di ritenzione non sia sufficiente e che quindi la catena scappi dai denti delle corona e cada. Tale problema è stato in parte risolto dagli ultimi sviluppi progettuali che hanno modificato la geometria di alcuni denti in modo da ottenere una forza di ritenzione sufficiente durante tutta la pedalata.

Le corone ovali