Abbiamo già recensito un bel trail di 2 giorni nella splendida Val di Rabbi: oggi ve ne proponiamo uno altrettanto selvaggio che passa per le cime Tuatti e Quaira, nel gruppo delle Maddalene. Sono cime molto poco frequentate e, per questo, ancora più belle.

Numero giorni suggeriti: 2 (1 pernottamento presso il Rifugio Dorigoni)

Partenza: Piazzola di Rabbi (TN) 1325 m

Difficoltà: EE

Altitudine minima e massima: 1325 m / 3347 m

Dislivello: 2500 m il primo giorno, 1240 m il secondo giorno; totale 3740 m

Sviluppo: 21.7 km il primo giorno, 23.8 km il secondo giorno; totale 45.5 km

Esposizione: Varia

Periodo suggerito: da luglio a settembre

Durata indicativa: 5.30 h il primo giorno, 5 h il secondo giorno; totale 10.30 ore (questi tempi sono calcolati sulla base di 18:00/km per il primo giorno e di 12:00/km per il secondo giorno)

PRIMO GIORNO

Si parcheggia a Piazzola di Rabbi (TN), di fronte al bar Rosa delle Alpi, e si percorre la strada asfaltata in direzione est superando la frazione Plazze. Dopo circa 1.3 km, si imbocca la ripida salita per la frazione Val (1300 m). Una volta attraversatala, la strada diventa il sentiero 133 e conduce alla frazione Stablum (1420 m), con le sue belle baite. Il sentiero 133 inizia a salire molto ripido nel bosco verso il Passo Palù. Questo tratto nel bosco è un po’ monotono poiché poco panoramico ma, giunti poco sotto Malga Palù (2090 m), il paesaggio si apre e, in breve, si supera la malga. Si prosegue ora in direzione NE sul sentiero che risale dei dossi erbosi verso il Passo Palù (2414 m). Dal Passo Palù si segue sulla sinistra il facile crinale erboso, senza sentiero ma con traccia ben evidente. La parte mediana si fa più ripida e risale in maniera decisa un tratto tra rocce rotte e terra, senza particolari difficoltà. L’ultima parte si fa di nuovo erbosa, fino alla vetta della cima Tuatti, contraddistinta da un ometto di pietra. Si prosegue verso la cima Quaira, scendendo sul crinale opposto, che alterna lunghi tratti erbosi a qualche tratto roccioso, sempre ben camminabile, per portarsi sotto il facile pendio finale. Da Cima Quaira, dove è presente una croce in legno, si può ammirare uno splendido panorama sulla Val d’Ultimo.

Si scende ora sul versante opposto, seguendo il sentiero 12 (Alta Via della Val D’Ultimo – Ultner Höhenweg), su bel fondo di terra e piccoli sassi. Dopo qualche saliscendi, il sentiero si abbassa decisamente. Con un ultimo traverso erboso, si giunge alla confluenza con i sentieri 135 (che passa ai piedi di Cima Tuatti e Quaira e che si può imboccare al Passo Palù se non si vuole percorrere la cresta) e 108 (itinerario di salita descritto nel precedente articolo). Dopo aver superato il Rifugio Lago Corvo (2425 m), si prosegue come per andare verso la cima Gleck, già descritta nel precedente itinerario in val di Rabbi. Si devia ben presto proseguendo lungo il sentiero 12 in direzione Weissbrunn (in Val d’Ultimo). Il sentiero sale dapprima blandamente e poi in maniera più decisa, sempre su bel fondo, fino al Kirchbergjoch (Giogo di Montechiesa, 2789 m). Si scende ora nella splendida vallata che sovrasta il Weissbrunnsee (Lago Fontana Bianca), con un divertentissimo sentiero a tornanti e fondo terroso, tutto da correre. Si perdono circa 400 m di dislivello e si giunge vicino al bel Langsee (Lago Lungo), in un pianoro erboso. Qui sono spesso presenti i cavalli biondi, tipici di questa zona della Val d’Ultimo. Nei pressi del Langsee si raggiunge un bivio: si abbandona il sentiero 12, che prosegue verso il Grünsee (Lago Verde), per imboccare in salita il sentiero 107 verso lo Schwärzerjoch (Giogo Nero). Inizialmente il sentiero risale la vallata in maniera piacevole e blanda, poi si impenna letteralmente nei pressi dello Schwärzer Ploder (Lago Nero). Da qui fino al Giogo Nero si affrontano gli ultimi ripidi e faticosi 200 m di dislivello, su bel fondo terroso con pochi ostacoli da superare. Giunti al Giogo Nero (2822 m), si segue l’itinerario fino al Rifugio Dorigoni già descritto nel precedente articolo.

SECONDO GIORNO

Lasciato il Rifugio Dorigoni, si segue l’itinerario già descritto nel precedente articolo fino alla Cima Careser. Per salire alla Cima Rossa di Saent, su alcune cartine si trova una traccia che traversa al di sotto della cima Mezzena, sul lato del ghiacciaio del Careser. Questa soluzione, però, è poco consigliabile poiché attraversa sfasciumi e il percorso è molto poco agevole. Molto più consigliabile è risalire su tracce di sentiero alla Cima Mezzena in una decina di minuti, con ometti in pietra che aiutano a identificare la traccia migliore. Da qui ci si abbassa su facile terreno alla Bocca di Saent Nord (3119 m) e si prosegue poi su tratto semi-pianeggiante verso l’imponente Cima Rossa di Saent. Si segue grossomodo l’arrotondata cresta, evitando di traversare sul lato est poiché molto sfasciumoso. In particolare, è bene evitare di aggirare l’anticima risalendola brevemente e scendendo un breve tratto su buona roccia. L’ultimo tratto al di sotto della cima si fa più agevole, anche se ripido e faticoso.

Si fa ritorno al Rifugio Dorigoni per la stessa via di salita e si prosegue verso il fondovalle esattamente come per il precedente itinerario recensito fino a Malga Stablaz Bassa (1730 m). Da questa malga, si evita tutta la Via delle Malghe che era stata percorsa nel precedente itinerario (compresa la faticosa salita verso Malga Monte Sole) e si prosegue nella discesa verso Malga Stablasolo. Su comoda forestale si raggiunge e si supera la frequentata Malga Fratte e si giunge nel fondovalle a Rabbi Fonti, da cui si risale a Piazzola seguendo il primissimo tratto di sentiero descritto nel precedente itinerario.

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Dal Gruppo delle Maddalene alla Cima Rossa di Saent per il Rifugio Dorigoni
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